Colombia
5 - 14 Aprile 2019
Colombia, verde esperanza
È verde esperanza questa Colombia ammantata di foreste sconfinate e piantagioni su piantagioni di caffè, banane, avocado, coca… Verde speranza per la tenacia, che questo popolo mi ha trasmesso, nel voler uscire da un passato sanguinoso e conflittuale, con la stessa energia della sua fertile terra.

Viaggio con Carlo.
Andare in Colombia significa sicuramente avere voglia di un viaggio, non soltanto di una vacanza. Questo perché la sua incredibile bellezza sta soprattutto nella varietà di ciò che ha da offrire piuttosto che in singole attrazioni. Durante l’itinerario percorso non ci siamo imbattuti in qualcosa di straordinariamente imperdibile, ma siamo rimasti affascinati dal carattere aperto e cordiale della sua popolazione, dalla storia contradditoria e dalla possibilità di passare, all’interno di un solo paese, da una metropoli di 7mn di abitanti a 2600mt di altitudine a valli verdeggianti coltivate di caffè a splendide città coloniali affacciate sul mar dei Caraibi.
Anche la popolazione, così come il clima e i paesaggi, cambia notevolmente da un estremo all’altro della Colombia. Della zona cafeteira e delle città ho apprezzato moltissimo il tipo di approccio ai turisti, per il quale le persone sono sempre aperte e disponibili nei confronti dei viaggiatori, ma senza alcun atteggiamento di eccessivo interesse o servilismo. Viene promosso un turismo indipendente, dove è possibile organizzare in autonomia diversi tours senza l’obbligo di appoggiarsi per ogni cosa ad agenzie turistiche. Modalità vivi e lascia vivere.
Al contrario, i colombiani della zona caraibica sono decisamente più coinvolgenti e sicuramente pressanti. Trasmettono un’energia incredibile, ma allo stesso tempo renderanno il vostro viaggio più stressante nel dover continuamente rifiutare nel caso non vogliate comprare ogni mezz’ora un bicchiere di frutta, un vestito da spiaggia, un cappellino e dell’acqua ghiacciata.
Ho comprato i biglietti aerei prima di iniziare a vedere la serie Narcos, ma devo ammettere che vederla prima di partire ha notevolmente aumentato il mio interesse nei confronti di questo paese. I Colombiani ci hanno confermato che sono parecchi i turisti che si recano in Colombia sulla scia del successo della serie e si sta sviluppando un filone di attrazioni dedicato principalmente alla figura di Pablo Escobar. La nostra guida di Medellin non ci è parsa particolarmente feria del successo riscosso da un personaggio di tale calibro, ma anche in Colombia ci sono ancora persone che lo ritengono comunque un eroe.
Non vorrei semplificare troppo la vicenda, ma l’impressione che abbiamo avuto è che oggigiorno quello della cocaina non sia il problema principale della Colombia. Ci è parso quasi che la droga sia considerata come una commodity, un prodotto come un altro di cui il paese è ricco e che quindi va sfruttato, come il Venezuela con il petrolio. Sicuramente è comunque difficile percepire la problematica nel corso di un viaggio attraverso le mete più turistiche e sicure della Colombia. Può essere che vi venga offerta della cocaina per strada, tanto quanto può venirvi offerta in Corso Como a Milano.
Durante il viaggio abbiamo avuto l’incredibile fortuna di vedere Arianna, un’amica che si trova in Colombia per lavoro nel campo dello sviluppo e cooperazione e si occupa di un progetto di accompagnamento di soggetti politicamente esposti e a rischio, con sede ad Apartadò. Nella giornata passata insieme a Bogotà, ci ha raccontato di una realtà completamente nascosta agli occhi di chi passa un paio di settimane in viaggio. Una realtà che è ancora pesantemente conflittuale e dove il problema più antico ed irrisolto della Colombia – la distribuzione della terra ai contadini – è ancora causa di conflitti e problematiche sociali. La popolazione rurale è infatti poverissima ed in balia della lotta tra fazioni differenti. Le FARQ, la guerriglia comunista che da sempre lotta a favore dei contadini, è stata combattuta dallo Stato con l’aiuto di milizie private di destra. Il conflitto ha portato alla scomparsa di un numero di civili durante un regime ufficialmente democratico addirittura maggiore del numero di desaparecidos registrato durante le dittature militari in Cile ed Argentina. Ancora oggi lo stato è parecchio passivo nel cercare di risolvere queste problematiche e non in grado di proporre soluzioni di tipo duraturo a protezione della popolazione rurale.
Queste informazioni hanno cozzato non poco con la positiva immagine di speranzosa ricostruzione che il viaggio ci stava lasciando, ma probabilmente la verità è che una cosa non esclude l’altra. La Colombia è sicuramente ancora vittima di un passato violento e complesso, dal quale cerca di risollevarsi con forza ma con altrettanti contrasti nel dare al mondo un’immagine di pace e sicurezza che non sempre corrisponde alla realtà che i suoi cittadini vivono nelle aree più remote.
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BOGOTA'

EJE CAFETEIRO
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MEDELLIN
CARTAGENA
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